Trascrizione Caso di studio. Disturbo di panico con agorafobia
Consideriamo il caso di "Carlos", un uomo di 42 anni che ha iniziato ad avere attacchi di panico inaspettati sei mesi fa.
Da allora, vive con un'intensa paura di avere un altro attacco e ha iniziato a evitare situazioni come andare al supermercato da solo o usare i mezzi pubblici, temendo di non essere in grado di scappare o di ricevere aiuto in caso di attacco.
Valutazione e concettualizzazione del caso
Carlos descrive i sintomi classici degli attacchi di panico (palpitazioni, sensazione di soffocamento, vertigini, paura di morire).
La sua preoccupazione principale è la "paura della paura", ovvero l'ansia anticipatoria di futuri attacchi.
Il suo evitamento di molteplici situazioni suggerisce lo sviluppo di agorafobia.
Carlos viene identificato come qualcuno che interpreta catastroficamente le sue sensazioni fisiche ("Se sento palpitazioni, avrò un infarto") e ha sviluppato comportamenti di sicurezza (porta sempre con sé una bottiglia di acqua, verificando la posizione degli ospedali nelle vicinanze).
Piano di trattamento basato sulla terapia cognitivo-comportamentale
Il trattamento di Carlos si concentrerebbe su:
- Psicoeducazione: spiegare in dettaglio la natura degli attacchi di panico come un "falso allarme" del sistema di attacco o fuga, il ciclo paura-paura e come i comportamenti di evitamento e di sicurezza mantengano il problema.
- Addestramento alla gestione del respiro: gli verrebbe insegnata la respirazione diaframmatica per aiutarlo a regolare la sua eccitazione fisiologica durante i periodi di ansia o all'inizio di un attacco.
- Ristrutturazione cognitiva: identificare e mettere in discussione le sue interpretazioni catastrofiche sulle sensazioni fisiche e la probabilità che si verifichino le conseguenze temute ("morire", "perdere il controllo"). Si cercherebbero spiegazioni alternative e più realistiche.
- Esposizione interocettiva: eseguire esercizi durante la seduta per indurre deliberatamente le sensazioni fisiche temute (ad esempio, iperventilare per causare vertigini, salire le scale per causare tachicardia) e insegnare al paziente che queste sensazioni non sono pericolose e possono essere tollerate.
- Esposizione graduale in vivo: sviluppare una gerarchia delle situazioni agorafobich
caso di studio di disturbo di panico e agorafobia