Trascrizione Aspetti procedurali: prescrizione, temerarietà e chiamata in garanzia
La prescrizione dell'azione: tempi per la denuncia
Il diritto di denunciare il mobbing sul lavoro non è eterno, ma è soggetto a un termine di prescrizione.
Ciò significa che la vittima ha un limite di tempo (che di solito è di sei mesi dall'ultimo atto di molestia) per presentare la denuncia o la richiesta di risarcimento.
Se lascia passare questo tempo senza agire, perde l'opportunità di attivare i meccanismi sanzionatori specifici della legge sul molestie, anche se le rimangono altre vie ordinarie di ricorso.
Questa limitazione temporale mira a garantire la certezza del diritto e l'immediatezza delle prove, poiché ricostruire fatti psicologici avvenuti anni fa è estremamente complesso e poco affidabile.
La temerarietà: sanzioni per false denunce
Dato che un'accusa di molestie può distruggere la reputazione di una persona, la legge punisce la "temerarietà" o la malafede.
Se viene dimostrato in tribunale che la denuncia è priva di qualsiasi fondamento fattuale ed è stata presentata con l'intenzione dolosa di danneggiare il presunto aggressore, ottenere indebiti vantaggi economici o proteggersi da un licenziamento legittimo, il denunciante viene sanzionato.
Tale sanzione può includere multe economiche e la perdita del risarcimento, oltre a costituire una giusta causa per la risoluzione del proprio contratto di lavoro.
Il sistema protegge la vittima reale, non il manipolatore che strumentalizza la norma.
Chiamata in garanzia e responsabilità solidale
Nei procedimenti giudiziari è possibile coinvolgere terzi mediante la "chiamata in garanzia".
Ad esempio, un'azienda convenuta potrebbe chiamare in causa l'assicurazione contro i rischi sul lavoro (ARL) se ritiene che tale ente abbia mancato nella sua consulenza preventiva.
Allo stesso modo, viene stabilita la responsabilità solidale: se la molestia è stata perpetrata da un superiore, l'azienda risponde patrimonialmente dei danni causati, in base al principio della "culpa in vigilando" (mancata vigilanza).
Ciò significa che la vittima può richiedere il risarcimento all'azi
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