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Il potere psicologico delle parole

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Trascrizione Il potere psicologico delle parole


La lingua non è solo uno strumento per trasmettere informazioni; è un catalizzatore emotivo con un immenso potere psicologico.

In un conflitto, la scelta delle parole può aumentare la tensione o aprire la porta alla risoluzione.

Alcune parole e frasi agiscono come "inneschi emotivi" che attivano istantaneamente i meccanismi di difesa nel cervello dell'altra persona, inducendola a interrompere il dialogo e prepararsi al confronto.

D'altra parte, un linguaggio scelto con cura può creare un ambiente di collaborazione e rispetto, anche nel mezzo di un disaccordo.

Ci sono alcune parole e frasi da evitare perché tendono ad aggravare il conflitto: Assolutismi: parole come "sempre", "mai", "tutto" o "niente" ("Fai sempre la stessa cosa", "Non mi ascolti mai") ​​sono assolute e annullano qualsiasi sforzo passato dell'altra persona.

Questo genera una resistenza immediata e il bisogno di difendersi piuttosto che ascoltare.

Attribuzioni di intenti o di colpa: frasi come "L'hai fatto apposta" o "È colpa tua" attacca l'identità della persona, costringendola a giustificarsi invece di affrontare il problema.

Comandi e richieste: espressioni come "Devi fare questo" o "Ti voglio subito..." prevalgono sull'autonomia dell'altra persona e generano resistenza.

Il primo passo per una comunicazione intelligente è capire perché queste parole sono dannose ed evitarle consapevolmente.

Adotta invece un "linguaggio di possibilità e collaborazione" che inviti al dialogo e alla co-creazione di soluzioni.

Questo tipo di linguaggio si concentra sull'esperienza personale, sull'osservazione dei fatti e sulle possibilità.

Alcuni esempi includono: messaggi "Sento": "Quando... (fatto), sento... (emozione) perché... (impatto)."

Questa formulazione focalizza la conversazione sull'esperienza personale, che è più difficile da negare e meno minacciosa per l'altra persona.

Descrizione dei fatti: "Ho notato che..." o "Ricordo che noi concordato...".

Concentrarsi su comportamenti osservabili e accordi preesistenti riduce la carica emotiva e facilita la conversazione.

Domande aperte e genuina curiosità: "Come appare questa situazione dal tuo punto di vista?" o "E se...?".

Queste domande invitano l'altra persona a condividere la propria prospettiva e a dimostrare che la sua opinione è apprezzata.

Linguaggio delle possibilità: frasi come "E se...?", "Potremmo esplorare..." o "Troviamo una soluzione insieme...".

Questo tipo di linguaggio crea un'atmosfera di squadra,dove il problema è il nemico, non la persona.

Infine, il tono di voce che accompagna queste parole è fondamentale.

Un tono calmo e rispettoso convalida il messaggio positivo, mentre un tono sarcastico o aggressivo annulla l'effetto delle parole costruttive.

Il potere delle parole è immenso: hanno il potenziale di ferire o guarire, di distruggere o costruire.

Scegliere consapevolmente il linguaggio è l'essenza di una comunicazione intelligente nei conflitti.

Riepilogo

Il linguaggio è un catalizzatore emotivo con un immenso potere psicologico. Alcune parole, come "sempre", "mai", "tutto" o "niente", agiscono come inneschi emotivi. Evitarle consapevolmente è il primo passo per una comunicazione intelligente.

Usate invece un "linguaggio di possibilità e collaborazione". I messaggi "Sento", ad esempio, focalizzano la conversazione sull'esperienza personale, che è meno minacciosa per l'altra persona.

Un linguaggio basato sulle possibilità, come "E se...?", incoraggia la co-creazione di soluzioni e favorisce un clima di squadra. Infine, un tono di voce calmo e rispettoso è fondamentale per convalidare il messaggio positivo.


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