Trascrizione Celebrazione del [sé] e gratitudine
L'arte dell'auto-celebrazione e del riconoscimento
Le vittime di abusi hanno spesso un "critico interno" ipertrofico che minimizza i loro successi.
La ristrutturazione cognitiva richiede l'implementazione deliberata di rituali di celebrazione.
Non si tratta solo di grandi traguardi, ma di convalidare i micro-risultati quotidiani (alzarsi dal letto in una giornata difficile, mantenere un limite).
Si suggerisce la tecnica del "contenitore dei successi": scrivere i successi su strisce di carta e accumularle fisicamente per visualizzare l'entità dei propri progressi.
Questa pratica rafforza l'autoefficacia e combatte l'impotenza appresa.
Leggendo questi appunti nei momenti di dubbio, l'individuo fornisce a se stesso una prova empirica della propria competenza e del proprio valore.
L'apprezzamento personale agisce come un fertilizzante per l'autostima, trasformando la narrativa interna da "non sono abbastanza" a "sono capace e resiliente".
Pratica quotidiana della gratitudine come neuro-modulatore
La gratitudine non è un cliché spirituale, ma un intervento neurobiologico che contrasta il bias di negatività del cervello traumatizzato.
Si prescrive di scrivere ogni giorno gli elementi per cui si prova gratitudine, dalle funzioni biologiche di base alla bellezza estetica dell'ambiente circostante.
Questo esercizio costringe il sistema reticolare attivatore del cervello a scansionare l'ambiente alla ricerca di sicurezza e piacere invece che di minacce.
Integrando la gratitudine come abitudine, si riducono i livelli di cortisolo e si promuove la produzione di dopamina e serotonina.
È un meccanismo per ancorare l'individuo al presente e promuovere un apprezzamento per la vita che è stato rubato durante l'abuso.
La gratitudine sposta l'attenzione dalla mancanza (ciò che il narcisista ha portato via) all'abbondanza (ciò che è stato recuperato e costruito).
Ritualizzazione della chiusura e dell'addio simbolico
Per concludere il lutto, spesso è necessario un atto simbolico di chiusura.
Dato che il narcisista raramente offre una chiusura razionale (closure), la vittima deve generarla unilateralmente.
Ciò può essere fatto scrivendo lettere d'addio che non saranno mai spedite, in cui si riversa tutto il dolore, la rabbia e l'addio finale, per poi distruggerle ritualmente (bruciandole o strappandole).
Questo atto psicomagico segnala all'inconscio che il capitolo è concluso. Non si tratta di cancellare il passato, ma di togliergli il suo carico energetico attivo.
La chiusura è una dichiarazione di sovranità: l'individuo decide che la storia dell'abuso non è più la sua narrativa centrale, liberando lo spazi
celebrazione del se e gratitudine