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Regolazione delle abitudini fisiche per favorire il benessere

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Quando parliamo di salute mentale, specialmente nel contesto dell'ansia e della depressione, tendiamo a concentrarci sui pensieri negativi e su come gestirli. Tuttavia, esiste una componente fondamentale che non deve essere ignorata: il corpo.

La mente e il corpo sono intimamente connessi e, spesso, piccoli cambiamenti nelle nostre routine fisiche possono generare miglioramenti significativi nel nostro umore e nella nostra lucidità mentale.

La depressione, ad esempio, altera profondamente la chimica del cervello e modifica il modo in cui percepiamo la realtà. In questi casi, prendersi cura del corpo non è un lusso: è una strategia terapeutica fondamentale.

Alimentazione equilibrata e orari dei pasti

Uno dei sintomi più comuni della depressione è l'alterazione dell'appetito. Alcune persone perdono completamente il desiderio di mangiare, mentre altre mangiano in modo eccessivo per anestetizzare il loro malessere.

Questo squilibrio può rafforzare il circolo vizioso del malessere fisico ed emotivo. Per questo motivo, un'alimentazione strutturata è fondamentale. Non si tratta solo di “mangiare sano”, ma di creare un quadro di stabilità: tre pasti al giorno, con particolare attenzione a una buona colazione.

Il primo pasto della giornata aiuta a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue, fornisce energia al cervello, soprattutto se include proteine, frutta e alimenti naturali, e riduce l'affaticamento mentale.

Saltare i pasti può aggravare l'irritabilità e l'esaurimento. La depressione ci fa sentire che “non importa”, ma alimentarsi correttamente è un atto di cura di sé che, ripetuto giorno dopo giorno, ha un impatto cumulativo sul nostro benessere.

Regolazione del sonno: igiene del riposo

Il sonno è spesso uno dei primi aspetti colpiti nei quadri depressivi: sia per insonnia che per un eccessivo bisogno di dormire, l'alterazione del ritmo circadiano ha un impatto diretto sullo stato emotivo. Dormire bene non significa solo riposare, ma permettere al cervello di svolgere funzioni essenziali di regolazione emotiva, memoria e ripristino chimico.

Stabilire una routine del sonno implica molto più che andare a letto presto. Significa creare un ambiente che favorisca il riposo: spegnere gli schermi almeno 30 minuti prima di andare a dormire, ridurre il consumo di stimolanti (come la caffeina) nel pomeriggio, evitare l'uso del telefono a letto e cercare di alzarsi sempre alla stessa ora, anche se è difficile.

Secondo diversi autori, svegliarsi tardi rafforza la sensazione di mancanza di controllo e ci disconnette dal flusso della giornata. Una buona igiene del sonno è un pilastro silenzioso ma determinante per il recupero.

Esposizione alla luce solare e ritmi circadiani

Un'altra abitudine fisica sottovalutata è l'esposizione quotidiana alla luce solare. Non si tratta solo di assumere vitamina D, anche se questo è già un beneficio importante, ma di informare il cervello che la giornata è iniziata, attivando così la produzione di serotonina e normalizzando i cicli ormonali che regolano il sonno, l'appetito e l'umore.

In contesti depressivi, l'inerzia può portarci a rimanere chiusi in casa, con le tende chiuse, nella penombra. Rompere questa dinamica può sembrare un gesto insignificante, ma uscire di casa anche solo per 10 minuti al mattino ha un profondo effetto regolatore sul corpo. Il sole è una scintilla esterna che ravviva la vita interiore. Renderlo parte della routine quotidiana può essere uno dei primi passi visibili verso l'attivazione.

Movimento corporeo quotidiano e suoi benefici neurochimici

L'esercizio fisico non è solo un consiglio generico per il benessere: nel trattamento della depressione è considerato da molti esperti un antidepressivo naturale, con effetti paragonabili ai farmaci nei casi lievi o moderati.

Quando si muove, il corpo produce endorfine, dopamina e serotonina, tutte sostanze che migliorano l'umore. Inoltre, il movimento contrasta la sensazione di “paralisi” che molte persone descrivono quando sono depresse.

Non è necessario iniziare con routine estenuanti. L'importante è rompere il circolo vizioso dell'inattività. Camminare, fare stretching, fare esercizi leggeri a casa... qualsiasi gesto conta se fatto con regolarità. Anche se non se ne ha voglia, muoversi deve diventare un atto di disciplina più che di motivazione.

Come dicono diversi specialisti: «non farlo perché ne hai voglia, fallo perché ne hai bisogno». Il corpo capisce il linguaggio del movimento e, quando viene attivato, inizia a inviare segnali al cervello che qualcosa sta cambiando. La motivazione viene dopo.


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