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Comportamenti che NON costituiscono molestie sul lavoro: esigenze organizzative

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Trascrizione Comportamenti che NON costituiscono molestie sul lavoro: esigenze organizzative


Il potere disciplinare e il potere direttivo

È fondamentale per la salute dell'azienda tracciare una linea di demarcazione tra molestie e gestione. L'esercizio legittimo del potere disciplinare non costituisce molestia sul lavoro.

Un capo ha il diritto e il dovere di richiamare l'attenzione, valutare le prestazioni e correggere gli errori, purché lo faccia con rispetto e obiettività.

I promemoria di requisiti tecnici, le valutazioni negative delle prestazioni (se basate su fatti reali) e la richiesta di miglioramenti in termini di efficienza non sono attacchi personali.

L'autorità non scompare con l'esistenza della legge sul molestie; ciò che viene regolamentato è l'abuso di tale autorità, non il suo uso legittimo per mantenere gli standard aziendali.

Requisiti organizzativi e situazioni di stress

Lo stress lavorativo derivante da picchi di produzione, chiusure contabili o urgenze di mercato non è di per sé molestia.

Richiedere lavoro extra in situazioni necessarie per la continuità del servizio (nel rispetto della legislazione sugli straordinari) o esigere il rigoroso rispetto dei regolamenti e delle clausole contrattuali sono atti amministrativi validi.

La pressione per ottenere risultati, tipica del mondo aziendale, diventa molestia solo quando si concentra su una persona per distruggerla o quando vengono violati i diritti fondamentali.

Se tutto il team deve rimanere fino a tardi per una revisione contabile, si tratta di un requisito lavorativo; se viene richiesto solo a una persona mentre gli altri se ne vanno, potrebbe trattarsi di molestia.

Decisioni amministrative impopolari

La risoluzione di un contratto per giusta causa (con il dovuto processo), la ristrutturazione di un'area che comporta cambiamenti di mansioni o la richiesta di rispettare il codice di abbigliamento e gli orari non sono atti di violenza.

Spesso i dipendenti confondono le decisioni che non gradiscono con la molestia. La legge protegge dal trattamento indegno, non dalla frustrazione professionale derivante da decisioni legittime della direzione.

Le circolari, le politiche interne e gli ordini di servizio, anche se severi, se sono generali e oggettivi, non rientrano nello spettro delle molestie sul lavoro.

Sintesi

L'esercizio legittimo del potere disciplinare, come richiamare l'attenzione o valutare le prestazioni, non costituisce molestia, purché sia effettuato con rispetto e obiettività.

Lo stress derivante da picchi di produzione o da esigenze di adempimento contrattuale non costituisce di per sé molestia, a meno che non sia focalizzato in modo distruttivo su una sola persona.

Decisioni amministrative impopolari come licenziamenti per giusta causa, ristrutturazioni o requisiti di orario generale non costituiscono violenza, poiché la legge tutela la dignità, non la frustrazione.


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