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Comunicazione tra coach e cliente

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Riferirsi a una competenza comunicativa, in un raggiungimento di obiettivi raggiunti, che vanno dal particolare al generale, porta implicitamente, per natura obbligatoria, quella comunicazione data tra il coach e il coachee, le linee guida di base dell'attenzione e quei suggerimenti che, se non li si conosce, potrebbero esplodere in errori di base. La comunicazione assertiva è un processo di consapevolezza, di gestione delle emozioni e di saper ascoltare ed entrare in empatia con l'altro. In altri video spiegheremo come comunicare e le abilità sociali da tenere in considerazione. Per il momento, vi invitiamo a lasciarvi ispirare dal contesto giusto: come realizzare un processo di comunicazione efficace tra un coach e il suo cliente.

La prospettiva.

La riconosciamo come "disagio", "disgrazia" o "problema" e quasi sempre dimentichiamo, o vogliamo dimenticare, la prospettiva totale e soggettiva degli altri sul conflitto latente. Una persona non vi dirà il motivo recondito che sta alla base del suo abbandono della routine di allenamento, o delle sue diete interrotte da sciocche scuse, senza chiarire con ogni enfasi la propria visione del mondo.

A volte leggiamo tra le righe e diventa chiaro che il principale impedimento a seguire una dieta è la forza di volontà, il bisogno di disciplina e che qualcuno si renda conto che il vostro problema con il cibo è causato dall'ansia.

Prospettiva e realtà.

L'altro punto della storia è: se la prospettiva è vera, non hanno forza di volontà o le condizioni ambientali rafforzano la loro abitudine alle abbuffate, o forse deriva da una convinzione adottata dalla madre:

  • Mangia oggi, perché un giorno non succederà nulla.
  • La realtà è il riflesso di ciò che pensiamo, delle attribuzioni che diamo agli eventi in base alle esperienze che abbiamo fatto. Un ragazzo di 15 anni con una certa timidezza e ritrosia nei rapporti sociali non si comporterà e quindi non vedrà una festa e non sarà circondato da centinaia di persone in spazi chiusi allo stesso modo di un amico che si distingue per le sue capacità estroverse.

Uguaglianza.

Siete un coach e vi si presenta il caso di aiutare una donna, una casalinga, vinta da anni di svogliatezza, e vi capita di avere le idee chiare. Sapete cosa fare, da dove cominciare, quali percorsi scegliere. Questo vi farebbe sentire superiori? E se invece a contattarvi fosse un imprenditore di successo, con un vasto bagaglio culturale, vi sentireste inferiori?

Questi stati devono essere eliminati, la comunicazione coach-cliente sostiene un rapporto di parità. Insieme cerchiamo una strada. Né io so più di te, né tu sai più di me. Io, come coach, rispetto le vostre opinioni e convinzioni che vi hanno portato fin qui, ma rispetto anche le mie. Questo è il motto: uguaglianza.

Pregiudizi.

Cosa sono i pregiudizi? Sono idee preconcette, credenze accettate che, se non scoperte consapevolmente, determinano il modo in cui trattiamo gli altri. Se non vi sentite qualificati per trattare con un alcolista a causa di un certo rifiuto di esperienze vissute e di traumi emotivi dovuti a cause familiari, NON provate o tentate di aiutare questo tipo di persona, la peggiorerete inconsciamente.

Al contrario, se vi rendete conto della vostra avversione a trattare con persone aggressive: prima informatevi, conoscete, imparate, cercate il vostro background precedente e se siete così entusiasti di cambiare il mondo partendo da voi, fatelo, ma sempre quando sapete di essere sicuri di quello che state facendo.

Influenza del coach.

Discernere cosa è giusto e cosa è sbagliato, o cosa si può ottenere e cosa no, non è compito del coach. Il coach non decide, accompagna. Senza pregiudizi e in una posizione di parità, il life coach dividerà i margini di azione necessari al cliente per interiorizzare e mettere in discussione se stesso. Le risposte saranno sempre in se stessi, dentro di sé.

Volere che qualcuno risolva la nostra vita, come una lampadina magica, ci rende vittime e riluttanti a prendere parte attiva alla nostra vita, e invece no, non è così, vero? Questa influenza è molto potente perché non è una pozione magica lontana da tutto e dalle vostre capacità, ma al contrario, è in voi ed è grazie a voi che entrambi: il coach e voi riuscirete a trovare una soluzione al cambiamento.

Comunicazione assertiva.

La comunicazione assertiva implica l'essere tempestivi ogni volta che si evidenzia un punto delicato, trasmettendo le informazioni in modo conciso, diretto, adattabile al livello educativo o percettivo del vostro coach, finalizzato a obiettivi, risultati chiari e il più possibile realistici. Comunicare ed enfatizzare il carattere intenzionale o le ragioni per cui si vuole raggiungere l'obiettivo.

Quando specifichiamo il "perché" e il "per cosa", guardiamo l'argomento dall'interno di noi stessi, essendo protagonisti del processo, rendendo possibile il raggiungimento dei nostri obiettivi nel miglior modo possibile. Infine, illustreremo alcuni consigli per evitare di commettere errori nel rapporto coach-cliente.

Consigli.

  • Non esprimere giudizi: Il cliente avrà sempre un modo di pensare diverso dal nostro, accettiamolo per evitare critiche.
  • Non prendere decisioni: Il coach accompagnerà, non prenderà decisioni, accettando il libero arbitrio e il ruolo attivo.
  • Stabilire un'attenzione differenziata: troviamo necessario sperimentare nuove strategie. Il metodo che ha funzionato con una persona non dà necessariamente gli stessi risultati con un'altra.
  • Credenza: l'aspettativa del cliente che il coach sia un Dio è incerta. È una persona comune, non risolverà la vostra vita, come se fosse una bacchetta magica.


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