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ANALISI DEI CASI: MOLESTIE TRA COLLEGHI E TERZI

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Trascrizione ANALISI DEI CASI: MOLESTIE TRA COLLEGHI E TERZI


CASO DI STUDIO: IL CLIENTE MOLESTATORE E LA TUTELA DEL DIPENDENTE

Le molestie non provengono sempre dall'interno. Immaginiamo che l'artista Michelangelo stia lavorando alla progettazione di una cappella e che il cliente principale, Papa Giulio II, inizi a fargli commenti lascivi e a toccarlo ogni volta che ispeziona l'opera.

Michelangelo ha paura di lamentarsi per timore che l'azienda perda il contratto. In questo caso, l'organizzazione ha l'obbligo legale di proteggere il proprio dipendente, anche se l'aggressore è un cliente importante o un terzo esterno.

La legge POSH e le normative internazionali stabiliscono che il datore di lavoro è responsabile di garantire un ambiente sicuro.

La direzione deve intervenire, parlare con il cliente o riassegnare il dipendente in modo che non debba interagire con il molestatore.

Ignorare le molestie di una terza parte per "motivi di lavoro" è una violazione della conformità che può portare a cause legali e danni alla reputazione aziendale per non aver garantito la sicurezza.

GESTIONE DI SCHERZI OFFENSIVI E CULTURA DI SQUADRA TOSSICA

Analizziamo il molestie ambientali nei settori maschilizzati. Supponiamo che Amelia Earhart inizi a lavorare come pilota in una compagnia aerea dove tutti i suoi colleghi sono uomini.

Loro non la toccano, ma riempiono l'hangar di calendari con donne nude, nascondono i suoi attrezzi e fanno battute continue sul fatto che "le donne non sanno guidare".

Anche se non c'è una proposta sessuale diretta, questo costituisce molestia di genere e ambiente ostile.

La direzione non può giustificarlo come "cultura dell'officina" o "scherzi innocui". Se Amelia segnala il suo disagio, l'azienda deve agire.

Le molestie visive (poster) e il sabotaggio degli attrezzi (urinare nella cassetta degli attrezzi, come menzionato negli esempi dell'industria) sono forme di intimidazione volte a espellere le donne dal luogo di lavoro.

Il comitato deve sanzionare i responsabili della creazione di questo ambiente tossico, indipendentemente dal fatto che ci sia stato o meno contatto fisico.

RISOLUZIONE DEI CONFLITTI NELLE ZONE GRIGIE DEL COMPORTAMENTO

Esistono casi sottili in cui il confine è sfumato. Immaginiamo che il poeta Dante Alighieri rimanga a fissare la sua collega Beatrice per ore, in ascensore e durante le riunioni, senza dirle una parola.

Beatrice si sente intimidita e sorvegliata. Anche se Dante sostiene che "guardare non è un reato" e che la ammira platonicamente, il comportamento persistente e non verbale che genera disagio si qualifica come molestia (sguardi lascivi o stalking).

Per le risorse umane, questo è un caso di "impatto contro intenzione". Il comitato deve valutare se una "persona ragionevole" si sentirebbe minacciata.

Se Beatrice ha comunicato il suo disagio (direttamente o tramite un manager) e Dante continua, si configura il molestia.

È fondamen


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