Trascrizione Modelli di coaching non psicologico
Coaching ontologico
Alcuni autori lo chiamano orientamento o scuola sudamericana o cilena, poiché si basa sulle idee di Fernando Flores, cileno, che fu ministro dell'Economia nel governo di Salvador Allende.
Ha le sue basi scientifiche e filosofiche nelle opere di Heidegger, Austin, Searle e altri. Si basa sulla premessa che gli esseri umani ottengono risultati in base alle azioni che compiono e che queste corrispondono al modo in cui osserviamo il mondo e noi stessi.
Funziona fondamentalmente producendo cambiamenti nel tipo di osservatore di una persona, ampliando la sua prospettiva. Diventando un osservatore diverso, la persona ha la possibilità di intraprendere azioni diverse, ottenendo risultati mai raggiunti prima.
Si produce quindi un cambiamento ontologico nella persona, che modifica i suoi schemi di interpretazione e analisi delle cose. Il ruolo del coach è quello di assistere la persona nel raggiungimento dei suoi obiettivi, utilizzando un linguaggio (verbale e corporeo) per il suo lavoro.
Il coaching non insegna, non dirige e non consiglia, ma è una relazione di fiducia in cui il coach progetta conversazioni che aprono nuovi accessi e aiutano a raggiungere i risultati. L'approccio ontologico del coaching si basa sui tre postulati seguenti:
- Gli esseri umani sono esseri linguistici. Il linguaggio è la chiave per comprendere i fenomeni umani.
- Il linguaggio è generativo (oltre che descrittivo). Il linguaggio crea realtà, il modo in cui parliamo aiuta a generare l'essere che siamo.
- Gli esseri umani creano se stessi nel e attraverso il linguaggio. Questo ci autorizza e ci permette di svolgere un ruolo attivo nella progettazione dell'essere che vogliamo diventare.
L'approccio del coaching ontologico si basa su due principi:
- Non sappiamo come sono le cose, sappiamo solo come le osserviamo e le interpretiamo. Il coach utilizza questo principio per comprendere il mondo interpretativo del coachee, scoprendo le interpretazioni che gli aprono le porte e quelle che ostacolano il suo sviluppo.
- L'azione genera l'essere. Le nostre azioni ci permettono di trasformarci, perché attraverso le nostre azioni possiamo cambiare la nostra realtà. Questo principio apre le porte all'apprendimento. Collega l'azione e l'essere.
In breve, la persona impara a osservare in modo diverso e quindi agisce in modo diverso.
Coaching pragmatico (o scuola nordamericana)
Le sue figure di riferimento sono Thomas Leonard (fondatore dell'ICF) e Laura Whitworth. È orientato ai risultati, seguendo il principio del pragmatismo o dell'efficacia. Funziona aumentando l'autostima, incoraggiando e sfidando i clienti ad agire, a dare il meglio di sé.
Si tratta di passare dalla situazione attuale a quella desiderata. L'intervento si svolge con 5 strumenti: relazione, ascolto, intuizione, domande e feedback. E la conversazione di coaching prevede le seguenti fasi: soggetto, oggetto, realtà, opzioni e impegno.
Il modello di intervento è noto come "5 X 15" e tiene conto di:
- 15 cornici o modi di pensare del cliente che vengono ampliati dal coach.
- 15 modalità di relazione tra coach e coachee che accelerano o rallentano il processo.
- 15 chiarificatori per migliorare la comprensione del coach.
- 15 modi per percepire il problema come un'opportunità.
- 15 prodotti che il coach "regala" al coachee, aggiungendo valore alla relazione.
- 15 stili di comunicazione che aumentano l'efficacia del coach.
COACHING UMANISTICO
I suoi referenti sono Timothy Gallwey (The Inner Game) e John Whitmore (Coaching, training for business performance). Per Timothy Gallwey, allenatore di tennis, la parte più importante del gioco avviene nella mente del giocatore, dove gioca contro i suoi ostacoli.
Questo tipo di coaching si concentra sulla capacità del cliente di scegliere una vita migliore e sul suo potenziale interiore per raggiungerla. Per far sì che si assuma la responsabilità della propria vita e prenda decisioni in modo indipendente.
Il processo di coaching mira a:
- Aumentare la consapevolezza: permette al coachee di comprendere meglio se stesso e di individuare dove vuole andare. È compito del coach rendere i suoi clienti consapevoli del potenziale che possono sviluppare.
- Assunzione di responsabilità: generare la volontà di raggiungere l'obiettivo. La trasformazione si ottiene attraverso l'azione e l'azione è associata alla responsabilità.
- Sviluppare la fiducia in se stessi: la fiducia è una porta aperta allo sviluppo del potenziale umano.
L'intervento si svolge con il metodo GROW, ideato da Graham Alexander negli anni '80, che consiste nel porre una serie di domande, in quattro fasi, per guidare il cliente verso il suo obiettivo.
In inglese GROW significa crescere, ed è usato come acronimo per:
- Goal (obiettivo, meta) del processo e della sessione. Questi obiettivi devono essere misurabili, raggiungibili, rilevanti, limitati nel tempo e specifici.
- La realtà descrive ciò che è rilevante.
- Opzioni Vengono identificate 5 opzioni (anche altre proposte dal coach).
- Cosa/Volontà (impegno) prevede come superare gli ostacoli.
Modello GROW: si tratta di un metodo strutturato incentrato sulla risoluzione dei problemi e sulla definizione degli obiettivi, orientato ai risultati. È suddiviso in quattro fasi in cui vengono proposte una serie di domande per guidare il coachee verso il suo obiettivo.
Fasi del modello GROW: OBIETTIVO:
- Qual è la tua sfida?
- Qual è il tuo obiettivo?
modelli non psicologici