Trascrizione I tre pilastri della felicità: genetica, circostanze e attività volontarie
Il punto di partenza genetico: il nostro "livello di adattamento" alla felicità
La ricerca scientifica sul benessere ha rivelato che la nostra capacità di provare felicità è influenzata da una combinazione di fattori.
Il primo pilastro è il nostro punto di partenza genetico. Ogni persona ha una tendenza generale a provare felicità che è determinata in larga misura dalla genetica e da altre variabili legate alla nascita.
Questo spiega perché alcune persone sembrano essere naturalmente più allegre e ottimiste, mentre altre tendono ad essere più malinconiche, indipendentemente dalle loro condizioni di vita.
Alcuni studi suggeriscono che questa componente genetica può determinare fino al 50% del nostro livello di felicità generale.
Questo pilastro è, in larga misura, immutabile; è il mazzo di carte che ci è stato distribuito alla nascita.
Riconoscerne l'esistenza è importante per gestire le nostre aspettative, ma, come vedremo, è ben lungi dall'essere l'unico fattore che determina il nostro destino emotivo.
L'impatto sorprendentemente limitato delle circostanze della vita
Il secondo pilastro della felicità sono le circostanze della vita.
Queste includono fattori esterni e demografici come il nostro stato civile, il nostro reddito, il paese in cui viviamo, la nostra salute o il nostro lavoro.
Intuitivamente, tendiamo a sopravvalutare enormemente l'impatto di queste circostanze sul nostro benessere.
Crediamo che un aumento di stipendio, una nuova relazione o il trasferimento in una casa più grande ci porteranno una felicità duratura.
Tuttavia, una delle conclusioni più sorprendenti della psicologia positiva è che il potere di queste circostanze è notevolmente limitato.
Le ricerche suggeriscono che le circostanze della vita rappresentano solo circa il 10% della variazione dei nostri livelli di felicità.
Ciò è dovuto in gran parte a un fenomeno noto come "adattamento edonistico", che ci fa abituare rapidamente sia ai miglioramenti che ai peggioramenti della nostra situazione, riportandoci al nostro livello di felicità di base.
Il potere del 40%: attività intenzionali e volontarie
Se la genetica rappresenta il 50% e le circostanze il 10%, cosa costituisce il resto? È qui che risiede il potere di trasformare la nostra vita.
Il terzo pilastro, che rappresenta il restante 40% della nostra felicità, è costituito dalle attività intenzionali o volontarie.
Questa componente si riferisce alle scelte consapevoli che facciamo e ai comportamenti che possiamo controllare nella nostra vita quotidiana.
A differenza del nostro punto di regolazione genetico, che è fisso, e delle nostre circostanze, che spesso sono difficili da cambiare, le nostre attività quotidiane sono completamente sotto il nostro controllo.
Questo è il campo della gratitudine, dell'ottimismo, delle relazioni sociali, dell'esercizio fisico, della meditazione e della definizione di obiettivi significativi.
Questa scoperta è incredibilmente stimolante, poiché dimostra che una parte sostanziale del nostro benessere emotivo non è predeterminata, ma è il risultato diretto delle nostre azioni e della nostra mentalità.
Prendere le redini: dove concentrare i nostri sforzi per essere più felici
La conclusione che deriva da questo modello a tre pilastri è chiara e ottimistica.
Sebbene non possiamo cambiare la nostra predisposizione genetica e l'impatto del miglioramento delle nostre circostanze sia minore di quanto ci aspettiamo , abbiamo un enorme margine di manovra nel 40% che dipende dalle nostre azioni deliberate.
Ciò significa che, indipendentemente dalle carte che ci sono state distribuite, il modo in cui giochiamo la nostra mano ha un impatto decisivo sul risultato del gioco
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