Trascrizione Il processo rain per la gestione delle emozioni
Il processo RAIN è una tecnica di mindfulness che offre una struttura per affrontare e gestire le emozioni, soprattutto quelle difficili o dolorose. Sebbene le sue origini risalgano alla psicologia buddista e non sia un'esclusiva della psicologia positiva, si presenta come uno strumento prezioso per migliorare il benessere emotivo attraverso la consapevolezza e l'accettazione.
L'acronimo RAIN sta per quattro fasi: Riconoscimento, Accettazione, Indagine e Non Identificazione.
(R) Riconoscimento
Il primo passo, il riconoscimento, consiste nell'essere onesti con se stessi e nel prendersi il tempo necessario per identificare e dare un nome alle emozioni e ai pensieri che si provano in un determinato momento.
Non si tratta di un'analisi superficiale. È un'introspezione per determinare l'esatta emozione provata.
Per esempio, se ci si sente arrabbiati, è utile esplorare se dietro la rabbia c'è un'emozione più profonda, come il sentirsi traditi.
L'obiettivo è identificare con precisione l'emozione primaria.
(A) Accettazione
Una volta riconosciuta l'emozione, il passo successivo è l'accettazione.
Questo significa ammettere che l'emozione è presente, che sta accadendo e che sta influenzando in quel preciso momento, senza cercare di negarla, sopprimerla o giudicarla. È essenziale accettare "l'emozione dietro l'emozione".
Ad esempio, se si riconosce la gelosia e si scopre che l'emozione sottostante è l'insicurezza, la fase di accettazione consiste nell'ammettere tale insicurezza senza giustificare la gelosia o negare la propria vulnerabilità.
(I) Ricerca
La terza fase è l'Indagine. Questa fase consiste nell'esplorare l'impatto dell'emozione riconosciuta e accettata sulla propria interiorità: sul corpo, sulla mente e sui sentimenti.
Si tratta di osservare come quell'emozione primaria fa sentire la persona.
Seguendo l'esempio della gelosia dettata dall'insicurezza, la ricerca dovrebbe prendere nota di quali sensazioni fisiche (come il mal di stomaco) o mentali (come il vedere gli altri come rivali) genera questa insicurezza.
È un processo di onesta auto-osservazione.
(N) Non identificazione (o non attaccamento)
L'ultimo passo, qui definito "Non identificazione" (anche se la traduzione della "N" può variare, si riferisce al non essere attaccati o identificati con l'emozione), consiste nell'evitare di attaccarsi per ciò che si è scoperto o che si sta provando.
Dopo aver analizzato l'impatto dell'insicurezza, ad esempio, la cosa meno consigliabile sarebbe impegnarsi in un dialogo interno negativo o autocritico.
La non identificazione implica la consapevolezza che l'emozione è un'esperienza passeggera e non la totalità del sé.
Si tratta di accettare l'emozione senza che questa definisca l'identità e da lì, se necessario, cercare aiuto per gestire le emozioni che lo richiedono, come l'insicurezza. Questo processo può essere fatto individualmente o attraverso meditazioni guidate.
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