Trascrizione Eziologia e fattori implicati nella depressione perinatale
La depressione perinatale è un'entità complessa di eziologia multifattoriale, in cui convergono fattori biologici, psicologici e sociali. La comprensione di questi elementi consente una visione globale del disturbo e orienta l'intervento da una prospettiva preventiva e terapeutica.
Fattori biologici
I cambiamenti ormonali durante la gravidanza e il post-parto giocano un ruolo chiave nella comparsa dei sintomi depressivi. Uno dei principali meccanismi coinvolti è il calo improvviso di ormoni come l'estrogeno e il progesterone dopo il parto, che influisce direttamente sui livelli di serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale nella regolazione dell'umore.
Allo stesso modo, è stata osservata un'alterazione dei recettori 5HT, responsabili dell'assorbimento della serotonina, che aggrava la vulnerabilità emotiva.
È coinvolto anche l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che regola la risposta allo stress. Durante la gravidanza, questo asse presenta un'attività diversa e la sua disregolazione post-parto è associata a una maggiore suscettibilità alla depressione.
Inoltre, in alcune donne depresse sono stati identificati livelli ridotti di ossitocina e prolattina, ormoni correlati al legame affettivo madre-bambino e all'allattamento.
Studi di neuroimaging hanno persino dimostrato cambiamenti strutturali temporanei nella corteccia prefrontale delle donne durante la gravidanza, suggerendo una base neurobiologica per alcune difficoltà cognitive e affettive in questo periodo.
Fattori psicologici
Dal punto di vista psicologico, la gravidanza e la maternità rappresentano una fase di grande vulnerabilità emotiva. La necessità di adattarsi a un nuovo ruolo materno implica una riorganizzazione interna che può risultare opprimente, soprattutto nelle donne con bassa resilienza o con stili di personalità ossessivi o dipendenti.
Anche le aspettative idealizzate sulla maternità hanno un'influenza significativa. Molte donne si aspettano di provare un legame immediato e positivo con i propri bambini, ma quando si trovano di fronte a una realtà diversa - stanchezza, pianto persistente, difficoltà nell'allattamento - possono sentirsi in colpa, inadeguate o addirittura “madri cattive”.
Questa dissonanza tra aspettative e realtà può generare un profondo malessere. Il timore di non essere all'altezza dell'ideale sociale della “madre perfetta”, unito alla costante autoesigenza, aumenta la pressione interna.
Inoltre, è frequente che le donne nascondano le proprie emozioni per paura del giudizio o dello stigma, mantenendo un'apparenza di funzionalità che rende difficile la diagnosi precoce.
Fattori sociali
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