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Consigli per quando i nostri figli sono vittime di bullismo

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Trascrizione Consigli per quando i nostri figli sono vittime di bullismo


Rafforzare l'autostima e le reti di sostegno

Il bullismo scolastico è un attacco diretto all'identità e all'autostima del minore.

L'obiettivo principale dell'aggressore è quello di far sentire la vittima isolata, imperfetta e indifesa.

Pertanto, la prima linea d'azione dei genitori, parallelamente all'intervento della scuola, deve essere la ricostruzione dell'immagine di sé del proprio figlio.

È fondamentale ricordargli ogni giorno i suoi punti di forza, le sue qualità uniche e l'amore incondizionato che la sua famiglia prova per lui.

È necessario verbalizzare che il bullismo è un problema dell'aggressore (della sua mancanza di empatia o delle sue frustrazioni), non un difetto della vittima.

Allo stesso tempo, è necessario combattere l'isolamento sociale. La scuola è solo una parte della vita del bambino.

I genitori devono incoraggiare attivamente la partecipazione del minore in ambienti sicuri al di fuori della scuola: attività extrascolastiche che lo appassionano (sport, arte, musica, tecnologia), gruppi giovanili o semplicemente trascorrere del tempo di qualità con la famiglia allargata e gli amici fidati.

Questi nuovi circoli gli forniranno interazioni positive, gli permetteranno di sviluppare nuove amicizie e gli ricorderanno che è una persona valida e apprezzata, riducendo il potere che l'ambiente scolastico ostile ha su di lui.

Insegnare l'assertività e la gestione delle emozioni (senza colpevolizzare)

È fondamentale che il bambino ritrovi il senso di controllo, ma senza biasimarlo per non essersi difeso prima.

I genitori possono allenare le capacità di assertività a casa attraverso il role-playing.

Esercitarsi con risposte calme ma ferme ("Non mi piace quello che stai facendo e voglio che la smetti", "Quel commento è fuori luogo") può fornirgli gli strumenti per gestire le interazioni future.

È anche fondamentale insegnare loro a gestire la paura e la rabbia, convalidando queste emozioni e cercando modi per incanalarle (parlando, scrivendo, con attività fisica) in modo che non si incrostino.

Questo non significa insegnare loro a "restituire il colpo", cosa che, come già detto, è controproducente.

Significa insegnare loro a proteggersi: a usare un linguaggio del corpo sicuro (guardare negli occhi, tenere la schiena dritta), a non mostrare la paura che l'aggressore cerca e, soprattutto, a sapere quando allontanarsi da una situazione pericolosa e cercare immediatamente l'aiuto di un adulto.

Si tratta di empowerment, non di confronto.

Il follow-up e l'opzione del supporto professionale

Dopo aver informato la scuola, il lavoro dei genitori non è finito; inizia la fase di monitoraggio.

Devono mantenere una comunicazione fluida e regolare (magari settimanale) con il tutor per verificare che le misure di protezione vengano rispettate e che il bullismo cessi.

Se la situazione non migliora, i genitori devono inoltrare il reclamo alla direzione, all'ispettorato scolastico o cercare consulenza legale, se necessario.

Allo stesso tempo, bisogna essere onesti riguardo all'impatto psicologico. Il bullismo lascia delle ferite.

I genitori devono prestare molta attenzione ai segnali di ansia o depressione persistenti.

Cercare un aiuto psicologico professionale (un terapeuta infantile) non è un segno di fallimento, ma un atto di responsabilità.

Un professionista fornirà al bambino uno spazio neutrale per elaborare il trauma e gli darà strumenti specializzati per guarire la sua autostima e recuperare la fiducia.

Sintesi

L'obiettivo principale deve essere quello di ricostruire l'autostima della vittima. È necessario ricordarle i suoi punti di forza e promuovere ambienti sociali sicuri al di fuori della scuola, come attività extrascolastiche, per rompere il suo isolamento.

È utile insegnare le capacità di assertività, senza incolpare la vittima. Esercitarsi a dare risposte ferme e a gestire la paura fornisce gli strumenti per proteggersi, ma senza ricorrere alla violenza.

I genitori devono seguire da vicino la situazione con la scuola. Se il bullismo persiste o il danno emotivo è grave, cercare un sostegno psicologico professionale è un passo necessario per guarire il trauma.


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