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Come aiutare un amico vittima di cyberbullismo a denunciarlo

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Trascrizione Come aiutare un amico vittima di cyberbullismo a denunciarlo


Essere un difensore attivo (upstander), non un osservatore passivo

Il ruolo dell'amico è fondamentale per cambiare le dinamiche del bullismo. La prima azione di aiuto è prendere posizione e smettere di essere un osservatore passivo (bystander). Ciò significa diventare un difensore attivo (upstander).

L'aiuto non deve in nessun caso consistere nel rispondere pubblicamente all'aggressore, poiché ciò non fa altro che gettare benzina sul fuoco e può mettere anche l'amico nel mirino. Un aiuto efficace inizia in privato.

L'amico deve contattare la vittima e offrirle un sostegno esplicito: "Ho visto cosa sta succedendo", "Non te lo meriti e non sei solo/a", "Sono con te".

Questo semplice atto di convalida è incredibilmente potente, poiché il cyberbullismo cerca di isolare la vittima.

Inoltre, l'amico deve rifiutarsi di partecipare: non deve condividere il contenuto umiliante, né mettere "mi piace", né tantomeno inoltrarlo per curiosità.

Accompagnamento nella denuncia (il passo cruciale)

La vittima del cyberbullismo è spesso paralizzata dalla paura, dalla vergogna e dalla sensazione che denunciare peggiorerà le cose o le causerà problemi (come perdere il cellulare).

Il ruolo dell'amico è quello di facilitare la denuncia, non di essere un semplice spettatore. La paura di fare il passo di raccontarlo a un adulto è immensa, e l'aiuto più prezioso è l'accompagnamento.

L'amico deve offrirsi di essere fisicamente presente quando la vittima lo racconta ai suoi genitori o a un insegnante.

Frasi come: "Vuoi che andiamo insieme a parlare con il tutor?" o "Vuoi che sia con te quando lo dirai ai tuoi genitori questo pomeriggio?" possono fare la differenza.

Se la vittima si rifiuta categoricamente di parlare, l'amico ha la responsabilità morale di informare lui stesso un adulto di fiducia (i propri genitori, un insegnante), spiegando la situazione in modo che possano intervenire e proteggere la vittima.

Assistenza tecnica: raccogliere le prove

Affinché la denuncia (sia sulla piattaforma, a scuola o alla polizia) sia efficace, sono necessarie delle prove.

L'impulso della vittima è spesso quello di cancellare i messaggi o le immagini per far sparire il dolore.

L'amico deve consigliargli di fare il contrario: "Non cancellare nulla". L'amico può aiutare la vittima a raccogliere e conservare le prove in modo sistematico.

Ciò include la creazione di screenshot dei commenti, delle conversazioni in chat, dei profili falsi e delle immagini umilianti.

È importante che in questi screenshot siano visibili la data, l'ora e il nome del profilo dell'aggressore (se visibile).

Conservare queste prove in un luogo sicuro (una cartella nel cloud, un'e-mail) è fondamentale per il processo di denuncia formale.

Riepilogo

Il primo passo è rompere il silenzio dell'osservatore e sostenere la vittima in privato. Convalidare i suoi sentimenti e rassicurarla che non è sola è fondamentale affinché abbia il coraggio di agire.

Si deve consigliare alla vittima di non cancellare nulla. Aiutarla a raccogliere le prove (screenshot) dei messaggi e dei profili, ma senza rispondere all'aggressore né condividere il contenuto.

Il passo più importante è accompagnare la vittima a parlarne con un adulto (genitori o insegnanti). Offrirsi di andare insieme aiuta a superare la paura. Se la vittima non osa farlo, l'amico deve informarlo lui stesso.


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