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Diagnosi delle allergie, terza fase

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Trascrizione Diagnosi delle allergie, terza fase


Quando l'analisi dell'anamnesi e i risultati dei test cutanei e dei metodi in vitro non forniscono risultati conclusivi o quando è necessario determinare tra diversi alimenti sospetti la causa dell'allergia, il medico specialista valuterà se è possibile eseguire un test di provocazione alimentare controllato per stabilire una diagnosi definitiva.

Questo test a volte non viene eseguito per due motivi:

  • Se ci sono state esposizioni recenti all'alimento sospetto, che hanno provocato reazioni allergiche evidenti e quindi l'allergia è stata confermata.
  • È controindicato in caso di grave reazione anafilattica all'alimento identificato.

Requisiti per l'esecuzione del test allergologico controllato:

  • Non assumere farmaci che inibiscono il test.
  • Essere asintomatici.
  • Viene eseguito da personale esperto in ambiente ospedaliero, con farmaci e mezzi a disposizione per gestire eventuali reazioni gravi.

La provocazione viene effettuata mentre il paziente è a digiuno e in modo graduale, iniziando con una quantità di cibo inferiore a quella che ha prodotto i sintomi e raddoppiandola gradualmente fino a raggiungere una quantità equivalente all'assunzione abituale di cibo.

L'intervallo di somministrazione del cibo può essere da 15 a 90 minuti per le reazioni immediate. Se la reazione a cui si fa riferimento è più tardiva, l'intervallo tra le somministrazioni di cibo sarà aumentato.

In caso di reazioni immediate, il paziente deve essere osservato per due ore dopo la provocazione. La provocazione è considerata positiva quando entro due ore compaiono sintomi cutanei, gastrointestinali o respiratori. Eventuali sintomi soggettivi, soprattutto negli adulti, come dolore addominale, nausea o prurito non sono considerati.


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