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Protocollo d'intervento contro il bullismo scolastico: passi legali e educativi - bullismo scolastico
Quando sorge il sospetto di bullismo scolastico, il tempo è prezioso. L'improvvisazione è il peggior nemico della comunità educativa. Per legge, e per responsabilità morale, tutti gli istituti devono avere un Protocollo d'Intervento chiaro e noto a tutti gli insegnanti. Cosa fare quando uno studente ti dice che lo picchiano? Quali passi legali bisogna seguire? In questo articolo dettagliamo le fasi critiche dell'intervento, dalla rilevazione al follow-up.
La maggior parte dei casi di bullismo si verifica fuori dalla vista degli adulti (bagni, cambi d'ora, social network). Pertanto, l'individuazione avviene di solito attraverso due vie:
Osservazione di indizi: Cambiamenti bruschi nel rendimento scolastico, assenteismo, somatizzazioni (dolori di pancia frequenti prima di andare a scuola), isolamento durante la ricreazione o materiale scolastico rotto. Il tutor deve essere attento a questi "segnali di fumo".
La rivelazione: Uno studente (la vittima o un testimone) rompe il silenzio. In questo momento, l'azione dell'insegnante è critica.
Una volta che la direzione viene a conoscenza del caso, si attiva il protocollo ufficiale (che può variare leggermente a seconda della Regione, ma segue una struttura comune).
Protezione immediata: Prima di indagare, bisogna proteggere. Devono essere applicate misure cautelari per garantire la sicurezza della vittima. Esempi: sorveglianza rafforzata durante le ricreazioni, cambi di gruppo (se strettamente necessari e concordati), o accompagnamento agli ingressi e alle uscite.
Comunicazione alle famiglie: Devono essere convocate le famiglie degli interessati (separatamente, mai insieme in questa fase).
Il team designato (generalmente Orientamento e Direzione Didattica) deve raccogliere prove per determinare se si tratta di un caso di bullismo (reiterazione, intenzionalità, squilibrio) o di un conflitto isolato.
Raccolta di informazioni:
Con tutte queste informazioni si redige un rapporto che conclude se esiste o meno il bullismo scolastico. Se vi sono indizi di reato (aggressioni fisiche gravi, cyberbullismo con contenuti sessuali), l'istituto ha l'obbligo legale di segnalarlo alla Procura per i Minorenni.
Se il bullismo viene confermato, si attiva il piano d'azione integrale.
Con la vittima: Supporto psicologico, rinforzo dell'autostima, formazione nelle abilità sociali e assertività. Designazione di un "insegnante tutor" di riferimento e compagni di supporto.
Con l'aggressore: Applicazione del Regolamento d'Istituto (sanzioni educative). Ma la punizione non basta; è necessaria una rieducazione. Programmi di empatia, controllo della rabbia e assunzione di responsabilità. Deve comprendere il danno causato.
Con il gruppo (spettatori): Laboratori di sensibilizzazione, dinamiche per la coesione del gruppo e tolleranza zero. Il gruppo deve smettere di ridere e assecondare l'aggressore.
Monitoraggio: Il protocollo non si chiude con la sanzione. Devono essere fissati incontri periodici (settimanali, poi mensili) per verificare che il bullismo sia cessato e che la vittima si stia riprendendo. Se il bullismo persiste, vanno adottate misure più drastiche, che possono includere il trasferimento dell'aggressore in un altro istituto.
Conoscere questo protocollo è obbligatorio per i candidati ai concorsi e per gli insegnanti in servizio. Una cattiva gestione può comportare responsabilità civile patrimoniale per l'istituto e per gli insegnanti per "culpa in vigilando".