Trascrizione Errori comuni quando si cerca di aiutare
La trappola della pressione ben intenzionata
L'ambiente circostante (familiari e amici) svolge un ruolo fondamentale nell'individuazione e nell'uscita dalla violenza, ma spesso commette gravi errori per ignoranza che finiscono per isolare ancora di più la vittima.
Quando si assiste al deterioramento di una persona cara che si consuma in una relazione violenta, la reazione istintiva e viscerale è spesso la frustrazione e l'urgenza.
È comune ricorrere a frasi pressanti come "lascialo subito!", "come fai a sopportarlo?" o "dov'è la tua dignità?".
Sebbene questi interventi nascano dall'amore e dal desiderio di protezione, risultano profondamente controproducenti.
La vittima, che già si sente in colpa e confusa a causa della manipolazione del partner, percepisce queste richieste non come un aiuto, ma come un giudizio sulla sua incapacità, il che aumenta la sua vergogna e il suo senso di fallimento personale.
Il paradosso del salvataggio
La psicologia identifica un fenomeno noto come "paradosso del salvataggio".
Quando l'ambiente circostante cerca di costringere la vittima a prendere decisioni per le quali non è emotivamente preparata, sta replicando, involontariamente, la stessa dinamica dell'aggressore: il controllo sulla sua vita.
La donna maltrattata vive soggetta agli ordini e ai desideri del suo partner; se i suoi amici o familiari le impongono cosa deve fare, quando deve andarsene e come deve comportarsi, stanno semplicemente cambiando il suo "capo".
Cercando di salvarla con la forza, le rubano il protagonismo del suo stesso processo e annullano la sua autonomia.
Affinché la via d'uscita sia reale e sostenibile, la decisione deve nascere dalla sua convinzione e dal suo empowerment, non dall'obbedienza a terzi, per quanto buone siano le loro intenzioni.
L'isolamento come meccanismo di difesa
La conseguenza diretta della pressione e del giudizio è il ripiegamento della vittima. Se ogni volta che parla con la sua famiglia riceve prediche, critiche o sguardi di pietà, smetterà di raccontare ciò che le sta accadendo.
Imparerà a nascondere la violenza per evitare il confronto con chi la circonda, facilitando il lavoro dell'aggressore, il cui obiettivo principale è quello di isolarla.
La vittima può arrivare a difendere il proprio partner dagli attacchi esterni per pura reattività difensiva o per vergogna di ammettere il proprio errore.
Alla fine, la pressione esterna interrompe i canali di comunicazione, lascian
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