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Guarigione delle ferite dell'abbandono

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Trascrizione Guarigione delle ferite dell'abbandono


Visualizzazione guidata per la riconnessione temporale

La terapia per guarire dall'abbandono utilizza spesso tecniche di immaginazione guidata per accedere al subconscio.

Il processo è strutturato come una discesa simbolica - simile alla katabasi dei miti greci, la discesa negli inferi per recuperare qualcosa di perduto - visualizzando una scala o un sentiero che conduce a uno spazio di profonda sicurezza e rilassamento.

In questo stato di trance leggera o meditazione profonda, l'individuo è invitato a richiamare le versioni passate di sé stesso, alle diverse età in cui ha sperimentato la solitudine o l'abbandono.

Lo scopo di questo esercizio è quello di creare un incontro intertemporale in cui l'Io attuale, dotato di risorse e saggezza, possa salvare le sue versioni precedenti.

Queste parti (il bambino, l'adolescente) vengono visualizzate e viene stabilito un cerchio di contenimento, permettendo alla psiche di riconoscere e convalidare l'esistenza di queste fratture interne che erano state esiliate nell'ombra dell'inconscio.

Tecniche di reintegrazione e convalida emotiva

Una volta stabilito il contatto con le parti ferite, si procede alla "riparazione del legame".

Ciò implica un dialogo attivo in cui l'adulto offre ciò che i caregiver originali non sono stati in grado di dare: presenza incondizionata e convalida.

Si utilizzano affermazioni potenti per liberare il bambino dal senso di colpa ("Non è stata colpa tua", "Ora sono qui e non ti lascerò").

Da una prospettiva energetica o somatica, si visualizza l'estrazione del "trauma denso" dal corpo di queste versioni infantili, trasmutandolo in luce o energia neutra.

Successivamente, si realizza un'integrazione simbolica, in cui l'individuo visualizza come assorbe queste parti guarite nel proprio cuore o plesso solare, fondendo la frammentazione in un'unità coerente.

Questo ripristina l'integrità psicologica e riduce la vulnerabilità alle future minacce di abbandono esterno.

Trasformazione della percezione della solitudine

La fase finale di questo lavoro profondo è la risignificazione della solitudine. Dopo l'abuso narcisistico, la solitudine è percepita come una minaccia esistenziale, un'eco dell'abbandono infantile.

Tuttavia, attraverso il lavoro con il bambino interiore e la costruzione dell'autenticità, si passa dalla "solitudine angosciante" (loneliness) alla "solitudine feconda" (solitude). Essere fisicamente soli non è più sinonimo di essere emotivamente abbandonati.

Sviluppando una presenza piena ("essere qui e ora") e un'autenticità radicale, l'individuo diventa la propria fonte di compagnia e sicurezza.

Il bisogno disperato di un altro per regolare lo stato emotivo diminuisce, rompendo così il ciclo di dipendenza che rende la persona vulnerabile ai predatori emotivi.

L'individuo impara ad abitare se stesso, eliminando il vuoto che il narcisista era solito sfruttare.

Sommario

La terapia utilizza immagini guidate per scendere nel subconscio e contattare versioni passate del "Sé" in uno spazio sicuro. Questo incontro intertemporale permette all'adulto attuale di riconoscere, convalidare e recuperare le parti infantili che sono state esiliate e dimenticate a causa del dolore.

Si instaura un dialogo riparatore in cui l'adulto offre la presenza incondizionata e la convalida che sono mancate nell'infanzia originaria. Attraverso la visualizzazione, il trauma denso viene estratto e queste parti guarite vengono reintegrate nel corpo, ripristinando l'integrità psicologica e la sicurezza.

Il processo culmina trasformando la percezione della solitudine angosciante in una solitudine feconda e piena di presenza propria. Imparando ad abitare se stesso, l'individuo smette di aver bisogno disperatamente di un altro per regolarsi, rompendo il ciclo di dipendenza che attira gli abusatori.


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