Trascrizione Soppressione del pensiero ed effetto rimbalzo
La soppressione del pensiero è il tentativo consapevole di evitare di pensare a qualcosa di specifico.
Sebbene spesso ricorriamo a questa strategia per gestire pensieri indesiderati, intrusivi o negativi, la ricerca ha dimostrato che può ritorcersi contro di noi, portando a un fenomeno noto come "effetto rimbalzo", in cui il pensiero represso ritorna con maggiore frequenza o intensità.
La sfida del non pensiero
La semplice istruzione "non pensare a un orso bianco" illustra la difficoltà insita nella soppressione del pensiero.
Cercando attivamente di non pensare a qualcosa, ironicamente teniamo quel qualcosa nella nostra mente.
Questo processo coinvolge due meccanismi cognitivi che operano simultaneamente:
- Un processo di monitoraggio automatico: Una parte della nostra mente cerca costantemente i segnali del pensiero indesiderato per assicurarsi che non emerga.
- Un processo di funzionamento controllato: Un'altra parte della nostra mente cerca attivamente di distrarci o di sostituire il pensiero indesiderato con altri contenuto.
Il meccanismo dell'effetto rimbalzo
L'effetto rimbalzo si verifica perché il processo di monitoraggio automatico rimane attivo anche quando il processo di funzionamento controllato (che richiede più sforzo mentale) si affatica o si interrompe.
Quando siamo stanchi, stressati o distratti, il processo di funzionamento controllato perde efficacia, ma il processo di monitoraggio continua a rilevare il pensiero indesiderato, rendendolo così più accessibile e prominente nella nostra consapevolezza.
Di conseguenza, tentare di sopprimere un pensiero può portarlo a diventare più intrusivo e frequente di quanto sarebbe stato se non fosse stato fatto alcun tentativo di soppressione attiva.
Implicazioni pratiche
La soppressione del pensiero ha importanti implicazioni per la gestione di preoccupazioni, pensieri ossessivi o ricordi dolorosi.
Cercare forzatamente di non pensare a qualcosa che ci angoscia può, paradossalmente, aumentarne la presenza nella nostra mente.
Piuttosto che la soppressione diretta, approcci alternativi come l'accettazione (riconoscere il pensiero senza combatterlo, come in alcune pratiche di consapevolezza), la distrazione mirata verso attività più coinvolgenti o la ristrutturazione cognitiva (cambiare il modo in cui si interpreta il pensiero) possono essere più efficaci a lungo termine.
Ad esempio, invece di dire "Non voglio essere ansioso", potrebbe essere più utile accettare la sensazione di ansia e poi concentrarsi su un compito o su una tecnica di rilassamento.
Comprendere l'effetto rimbalzo ci aiuta a trovare strategie più adattive per affrontare i pensieri indesiderati.
soppressione del pensiero ed effetto rimbalzo