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Diagnosi differenziale e sfide cliniche

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La diagnosi della depressione negli anziani presenta molteplici sfide a causa della frequente coesistenza di malattie mediche, deterioramento cognitivo e cambiamenti propri dell'invecchiamento. Questa complessità clinica richiede un'attenta valutazione per distinguere tra sintomi depressivi e manifestazioni di altre condizioni.

Depressione contro malattie mediche

Una delle principali difficoltà diagnostiche è distinguere la depressione da alcune malattie fisiche croniche. Ad esempio, l'ipotiroidismo può presentare sintomi come affaticamento, lentezza psicomotoria e tristezza, che si sovrappongono a quelli della depressione.

Allo stesso modo, malattie come il diabete o l'infarto miocardico possono produrre sintomi simili (astenia, mancanza di interesse, disturbi del sonno o dell'appetito) o addirittura scatenare un episodio depressivo a causa dell'impatto psicologico della diagnosi.

Per questo motivo, gli esami di laboratorio (come quelli della funzione tiroidea, della glicemia o della vitamina B12) sono fondamentali per escludere cause mediche prima di stabilire una diagnosi psichiatrica primaria.

Depressione contro deterioramento cognitivo

Un'altra sfida importante è distinguere tra depressione e demenza, in particolare di tipo Alzheimer. Entrambe possono presentarsi con alterazioni della memoria, del linguaggio, dell'attenzione o della concentrazione. Tuttavia, nella depressione, questi deficit cognitivi tendono a migliorare con il trattamento dell'umore, mentre nella demenza sono solitamente progressivi e irreversibili.

Inoltre, gli anziani depressi sono spesso consapevoli dei propri difetti e se ne lamentano attivamente, il che contrasta con la minore consapevolezza della malattia osservata nella demenza. Questa differenziazione è fondamentale, poiché la prognosi e l'approccio terapeutico differiscono in modo significativo.

Depressione secondaria a eventi cerebrovascolari

La depressione può anche essere una conseguenza diretta di lesioni cerebrali, come nei casi di malattia cerebrovascolare. È stato descritto il “disturbo depressivo vascolare”, caratterizzato da un esordio tardivo, un maggiore coinvolgimento psicomotorio e sintomi affettivi meno tradizionali. Infarti lacunari nel lobo frontale o lesioni dei gangli della base possono alterare i circuiti neuronali coinvolti nella regolazione dell'umore.

Questo tipo di depressione è spesso accompagnato da maggiore apatia, lentezza e alterazioni esecutive, che possono anche essere confuse con il deterioramento cognitivo. Le neuroimmagini (come la risonanza magnetica) sono uno strumento utile in questi casi.

Importanza della diagnosi tempestiva

La sottodiagnosi della depressione negli anziani è una realtà allarmante, con stime che raggiungono fino al 67% dei casi non identificati. Questa omissione ha gravi conseguenze: aumento dell'uso dei servizi medici, deterioramento funzionale, sovraccarico dei caregiver e maggiore rischio di suicidio.

Lo stigma sociale, la tendenza a normalizzare la tristezza nella terza età e la presentazione prevalentemente somatica (dolori, affaticamento, insonnia) contribuiscono a questa situazione. È quindi indispensabile una formazione adeguata del personale sanitario, l'applicazione sistematica di scale di screening come quella di Yesavage e l'implementazione di approcci multidisciplinari.


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