Trascrizione Introduzione all'[oggetto]: la realtà che percepiamo e condividiamo
Definizione dell'"Oggetto": tutto ciò che è percepibile dai sensi
Al centro di ogni processo di comunicazione si trova l'"oggetto": il motivo che giustifica lo scambio di idee o, in termini più semplici, ciò che vogliamo comunicare.
Filosoficamente, l'oggetto è definito come qualsiasi entità esistente che è percepibile attraverso i sensi.
"Entità esistente" significa che qualcosa acquista esistenza per il semplice fatto di essere nominata o immaginata.
"Percepibile attraverso i sensi" implica che tutte le informazioni che riceviamo sul nostro ambiente ci arrivano attraverso l'olfatto, l'udito, il tatto, il gusto o la vista.
Pertanto, l'oggetto della comunicazione è, fondamentalmente, tutto ciò che ci circonda e la realtà che cerchiamo di comprendere e spiegare.
Il problema iniziale: 7 miliardi di persone, 7 miliardi di realtà
Qui sorge la prima e più grande problematica della comunicabilità.
Se sul pianeta esistono circa 7 miliardi di esseri umani, possiamo concludere che esistono anche 7 miliardi di realtà diverse.
Il fatto che tutti percepiamo il mondo attraverso gli stessi cinque sensi non significa affatto che tutti percepiamo la stessa cosa.
Questa divergenza di realtà è la principale fonte di malintesi e conflitti nella comunicazione.
Partire dal presupposto che la nostra visione di un "oggetto" sia universale e condivisa è il primo grande errore che dobbiamo superare per comunicare in modo efficace.
Come i nostri sensi, le nostre esperienze e le nostre emozioni filtrano la realtà
Il motivo per cui esistono miliardi di realtà è che la percezione non è un processo meccanico, ma profondamente soggettivo.
Vediamo, sentiamo e percepiamo in modo diverso, e questa percezione è condizionata da una combinazione di filtri unici per ogni individuo.
Le nostre diverse esperienze di vita modellano il modo in cui interpretiamo gli stimoli.
I nostri stati d'animo mutevoli influenzano la percezione dello stesso evento da un momento all'altro.
Infine, la nostra conoscenza e il nostro bagaglio culturale ci forniscono un quadro di riferimento diverso per decodificare le informazioni che riceviamo.
Questi tre filtri (esperienza, emozione e conoscenza) garantiscono che la realtà che ogni persona costruisce nella propria mente sia unica e non trasferibile.
L'importanza di identificare la natura dell'oggetto prima di comunicare
Dato che l'"oggetto" è il punto di partenza di ogni comunicazione e che la sua percezione varia radicalmente da individuo a individuo, diventa fondamentale un passo preliminare: identificare la natura dell'oggetto che desideriamo comunicare.
Prima di lanciare il nostro messaggio, dobbiamo chiederci: stiamo parlando di un oggetto concreto, su cui l'accordo è relativamente semplice, o di un oggetto astratto, dove le interpretazioni possono essere diametralmente opposte?
Questa analisi preliminare ci permette di anticipare le possibili difficoltà, adattare la nostra strategia e concentrare il processo non sulla semplice trasmissione della nostra versione della realtà, ma sulla costruzione attiva di un ponte verso la realtà del nostro interlocutore.
Sommario
Al centro della comunicazione c'è l'"oggetto", ovvero ciò che vogliamo comunicare e che è percepibile dai sensi. Un'entità acquista esistenza per il semplice fatto di essere nominata o immaginata.
Il problema principale della comunicabilità è che, se ci sono 7 miliardi di persone, ci sono anche 7 miliardi di realtà. Presumere che la nostra visione dell'"oggetto" sia universale è il primo grande errore.
La nostra percezione è soggettiva perché condizionata da filtri unici per ogni individuo: le nostre esperienze, emozioni e conoscenze. Per questo motivo, è fondamentale identificare la natura dell'oggetto (concreto o astratto) prima di comunicare.
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