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Violenza digitale avanzata e smart abuse

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Trascrizione Violenza digitale avanzata e smart abuse


L'"Internet delle cose" (IoT) e la casa stregata

L'evoluzione tecnologica ha dato origine a una forma di violenza nota come "Smart Abuse" (abuso intelligente), in cui gli aggressori utilizzano la domotica e i dispositivi connessi all'"Internet delle cose" (IoT) per terrorizzare le loro vittime a distanza.

Questa violenza trasforma il rifugio della casa in una trappola tecnologica.

Gli aggressori, mantenendo il controllo delle applicazioni di gestione della casa, possono alzare il riscaldamento a temperature insopportabili, far lampeggiare le luci intelligenti in modo irregolare, attivare allarmi di sicurezza nel cuore della notte o bloccare e sbloccare serrature intelligenti senza essere fisicamente presenti.

Possono anche utilizzare assistenti vocali o telecamere di sicurezza per parlare improvvisamente alla vittima o sorvegliarla, dimostrando una presenza onnipresente e terrificante.

Queste azioni hanno un doppio effetto dannoso: da un lato causano privazione del sonno e stress fisiologico, dall'altro funzionano come una tecnica di gaslighting tecnologico.

Trattandosi di eventi che si verificano all'interno della casa e senza testimoni, spesso vengono liquidati dalla polizia o dall'ambiente circostante come "guasti tecnici" o paranoia della vittima, quando in realtà si tratta di atti deliberati di destabilizzazione mentale.

La casa intelligente si trasforma così in una "casa stregata" controllata a distanza dall'aggressore, che estende il suo dominio oltre la separazione fisica.

Deepfake e pornografia di vendetta fabbricata

Una sfida emergente e complessa nella violenza digitale è l'uso dell'intelligenza artificiale per creare deepfake: video, immagini o audio falsi iperrealistici.

In questo contesto, l'aggressore può sovrapporre il volto della vittima a corpi di attrici porno o a situazioni compromettenti che non sono mai realmente accadute.

Questa forma di violenza sessuale digitale viene utilizzata come strumento di estorsione e coercizione ("se mi lasci o mi denunci, mando questo al tuo capo/alla tua famiglia") o come pura vendetta per distruggere la reputazione sociale e lavorativa della vittima.

La difficoltà forense e legale risiede nel dimostrare la falsità del materiale, che agli occhi dei non esperti sembra autentico, e nel rintracciare l'autore in un ambiente digitale anonimo e decentralizzato.

L'impatto psicologico è devastante e duraturo: genera nella vittima una sensazione di violazione pubblica permanente, ansia grave e impotenza nel sapere che, una volta diventato virale, è quasi impossibile cancellare completamente l'impronta digitale dell'abuso.

Questo tipo di aggressione attacca la dignità e l'identità pubblica della donna, utilizzando la tecnologia all'avanguardi


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