Trascrizione Suicidio indotto e autopsia psicologica
Il femminicidio nascosto: induzione al suicidio
Esiste un numero nascosto e allarmante di morti di donne che vengono ufficialmente registrate come suicidi, ma che in un'analisi criminologica approfondita si rivelano come il risultato diretto di una pressione psicologica insopportabile e sistematica esercitata dall'aggressore.
Al giorno d'oggi, questo fenomeno viene studiato sotto il concetto di "femminicidio per connessione psicologica" o induzione al suicidio.
Il meccanismo consiste nel fatto che l'aggressore erode metodicamente la resistenza vitale della vittima, la isola da ogni sostegno, la rovina economicamente e distrugge la sua autostima fino a convincerla che è un peso inutile o che l'unica via d'uscita possibile dal suo dolore è la morte.
L'uso costante di frasi come "fai un favore a tutti e sparisci", "nessuno sentirà la tua mancanza" o persino mettere a disposizione della vittima, che si trova già in uno stato di grave depressione, i mezzi letali, costituiscono atti criminali di induzione.
È imperativo smettere di considerare queste morti come decisioni volontarie e libere della vittima.
Devono essere riconosciute e perseguite legalmente come il risultato finale del controllo coercitivo, in cui l'aggressore è riuscito a distruggere la psiche della donna al punto da usarla come strumento per il proprio omicidio.
Lo strumento forense dell'autopsia psicologica
Quando la vittima non è più in grado di testimoniare, lo strumento forense chiave per ottenere giustizia è l'autopsia psicologica.
Questa procedura scientifico-tecnica cerca di ricostruire lo stato mentale ed emotivo della vittima nei momenti precedenti alla sua morte.
Viene effettuata attraverso interviste approfondite a familiari, amici, medici curanti e colleghi di lavoro, nonché attraverso l'analisi dettagliata dei suoi documenti personali (diari, lettere) e delle sue tracce digitali (messaggi, e-mail, attività sui social network).
L'obiettivo dell'autopsia psicologica è tracciare una correlazione causale inequivocabile tra il comportamento abusivo dell'aggressore e il progressivo deterioramento psichico della vittima.
Gli investigatori cercano di rispondere a domande chiave: la vittima era sottoposta a isolamento forzato? Esprimeva paura nei confronti del proprio partner? C'è stato un cambiamento drastico nella sua personalità o nelle sue abitudini dopo l'inizio della relazione?
Questa ricostruzione retrospettiva consente di portare in tribunale i casi di suicidio indotto, fornendo le prove necessarie per dimostrare che la mano che ha causato la morte non è stata solo quella della vittima, ma anche la pressione invisibile e costante di c
suicidio indotto e autopsia psicologica