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Piano di sicurezza (Safety Plan)

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Trascrizione Piano di sicurezza (Safety Plan)


Strategie di convivenza e protocolli di fuga

Il piano di sicurezza (Safety Plan) è uno strumento personalizzato, dinamico e vitale che va oltre il semplice consiglio di "chiamare la polizia".

Si tratta di una strategia di sopravvivenza progettata per ridurre il rischio di danni letali sia mentre la vittima convive con l'aggressore sia durante il processo di separazione.

Mentre la convivenza persiste, il piano deve identificare le "zone sicure" all'interno dell'abitazione: stanze che hanno accesso all'esterno (finestre, porte) e che sono prive di oggetti potenzialmente letali (evitando le cucine per i coltelli o i bagni per le superfici dure e la mancanza di uscite).

È fondamentale stabilire codici di allarme criptati con la rete di supporto (vicini, figli o familiari), come una parola chiave o un'emoji specifica nella messaggistica, che significhi inequivocabilmente "chiama subito la polizia" senza allertare l'aggressore. In vista della fuga, la preparazione logistica è determinante.

La vittima deve essere istruita a preparare gradualmente la "Borsa di emergenza" o "Go Bag".

Questa borsa deve essere nascosta fuori casa (al lavoro, a casa di un'amica fidata) per evitare che venga scoperta.

Deve contenere copie di documenti essenziali (documenti d'identità, passaporti, certificati di nascita dei figli), chiavi dell'auto e di casa, farmaci salvavita e, soprattutto, denaro contante, poiché gli aggressori tendono a bloccare i conti bancari congiunti o le carte di credito subito dopo la fuga per costringere al ritorno con l'asfissia economica.

La fuga non dovrebbe mai essere improvvisata, se possibile; una fuga pianificata durante una "finestra di opportunità" (quando l'aggressore è al lavoro o fuori casa) aumenta esponenzialmente le probabilità di successo e riduce il rischio di uno scontro fisico letale.

Cybersecurity e igiene digitale

Nell'era moderna, fuggire fisicamente non è sufficiente se si lasciano aperte le porte digitali che consentono la tracciabilità.

Gli aggressori di oggi utilizzano la tecnologia per esercitare uno "stalking digitale" che prolunga il controllo coercitivo oltre le mura domestiche.

Prima di lasciare la propria abitazione, e preferibilmente da un dispositivo sicuro e "pulito" (come un computer della biblioteca o un telefono prepagato non registrato), la vittima deve cambiare tutte le password dei propri account.

Ciò non si limita ai social network, ma deve includere la posta elettronica, l'online banking e, fondamentalmente, i servizi cloud (iCloud, Google Drive) che sincronizzano automaticamente foto e posizioni.

È fondamentale eseguire una scansione dei dispositivi elettronici alla ricerca di stalkerware o applicazioni spia che l'aggressore potrebbe aver installato per ascoltare le conversazioni ambientali, leggere i messaggi o vedere la posizione in tempo reale tramite GPS.

Gli aggressori spesso regalano ai figli telefoni o tablet con queste funzioni attivate per usarli come localizzatori.

L'igiene digitale implica disattivare la geolocalizzazione di tutte le applicazioni, controllare i dispositivi collegati al veicolo (localizzatori AirTags nascosti) e, in situazioni di rischio estremo, lasciare il dispositivo mobile abituale a casa al momento della fuga per depistare il percorso intrapreso o la


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