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Definire l'intelligenza emotiva secondo daniel goleman

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Trascrizione Definire l'intelligenza emotiva secondo daniel goleman


La prima definizione di Goleman

Daniel Goleman, figura chiave nella divulgazione di questo concetto, offrì una definizione iniziale che gettò le basi del suo modello.

La descrisse come la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri, di motivarsi e di gestire adeguatamente le relazioni sociali.

Questa formulazione iniziale conteneva già i pilastri fondamentali: autoconsapevolezza (riconoscere i propri), empatia (riconoscere quelli degli altri), automotivazione e abilità sociali.

La seconda definizione di Goleman: gestire l'emotività

Col tempo, Goleman perfezionò il suo concetto, fornendo una seconda definizione con importanti sfumature.

In questa nuova versione, descrisse l'intelligenza emotiva come la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri per motivarsi e, soprattutto, per "gestire l'emotività" in sé stessi e nelle relazioni interpersonali.

Questa aggiunta è la chiave dell'evoluzione della sua pensiero.

Analisi comparativa di entrambe le definizioni

La principale differenza tra le due definizioni risiede nel passaggio dal verbo "gestire" al verbo "gestire".

"Gestire" suggerisce di occuparsi di qualcosa di già esistente, mentre "gestire" implica un ruolo molto più proattivo, consapevole e pianificato.

Inoltre, l'attenzione si sposta dalla "gestione delle relazioni" (l'esterno) alla "gestione dell'emotività" (la causa interna), il che dimostra una comprensione più profonda del processo: se gestiamo bene le emozioni, gestiremo bene anche la relazione.

Il concetto centrale: capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri

Nonostante le loro sfumature, entrambe le definizioni di Goleman convergono su un nucleo fondamentale che può essere riassunto in due grandi dimensioni.

La prima è la dimensione intrapersonale, ovvero la nostra capacità di guardare dentro di noi, riconoscere e gestire le nostre emozioni.

È la base di conoscenza di sé e autocontrollo.

La seconda è la dimensione interpersonale, la capacità di guardare all'esterno per comprendere e gestire efficacemente le emozioni nelle nostre interazioni con gli altri, basata sull'empatia e sulle competenze sociali.

Riepilogo

Goleman ha definito l'intelligenza emotiva come la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli altrui, di motivarsi e di gestire le relazioni, evidenziando pilastri come la consapevolezza di sé, l'empatia e le competenze sociali.

In seguito, Goleman ha perfezionato la sua idea, dando priorità alla gestione delle emozioni. Questo cambiamento ha introdotto un approccio più profondo e proattivo alla gestione emotiva, sia a livello personale che interpersonale.

Entrambe le definizioni concordano sulla capacità di riconoscere e gestire le emozioni interne ed esterne. Questa dualità, intrapersonale e interpersonale, costituisce la base essenziale dell'intelligenza emotiva.


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