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Miti sull'intelligenza umana

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Trascrizione Miti sull'intelligenza umana


L'intelligenza umana non è così astratta come alcuni pensano: oggi siamo in grado di comprenderla più facilmente e abbiamo persino creato una serie di metodi e meccanismi per misurarla e confrontarla. Nonostante tutte le informazioni scientifiche sull'argomento siano pubbliche e disponibili a tutti, continuano a generarsi alcuni miti intorno all'intelligenza, miti che disinformano e minacciano la realtà di questo fenomeno che, pur essendo molto complesso, ha una forte base scientifica e viene affrontato da diversi campi di studio.

Di seguito analizzeremo alcuni dei miti più diffusi che circondano questo tema, per fare un po' di chiarezza a partire dagli studi che sono stati condotti sull'argomento.

Non esiste un'unica intelligenza

Il mito dell'esistenza di un'unica intelligenza è uno dei miti che è stato più fortemente smentito negli ultimi tempi. È normale che si sia generata questa idea, visto che si parla sempre di "intelligenza" e non di "intelligenze". Quando si studia l'intelligenza degli esseri umani, la si analizza a partire da una molteplicità di tipi di intelligenza, che possono essere presenti in quantità maggiore o minore in un dato individuo.

Questo spiega perché possiamo trovare geni nelle arti che hanno imparato male a moltiplicare e dividere. Non è possibile misurare l'intelligenza di una persona nel suo complesso, ma si può possedere un certo tipo di intelligenza e non possederne altri. Tuttavia, l'intelligenza può essere misurata con test del QI che si basano su schemi generali della capacità di un individuo di risolvere problemi.

Quando parliamo del nostro QI, quello che si misura con un test, ci riferiamo a una visione singolare dell'intelligenza che ci permette di raggrupparla in scale. I test utilizzati per misurare questa intelligenza si basano su schemi di logica e di ragionamento, sono elementi generali, in quanto nessuno penserebbe di misurare l'intelligenza a partire dall'attitudine a gestire le emozioni, dal talento per l'arte o da qualsiasi altra questione che sia più legata all'intelligenza da un punto di vista plurale.

Imparare mentre si dorme

Esiste la falsa credenza che si possa imparare mentre si dorme, infatti ci sono interi gruppi di persone che mettono in pratica questa teoria, registrando gli appunti delle lezioni e dormendo mentre li ascoltano. Lo stesso avviene spesso con il vocabolario di una nuova lingua o con qualsiasi altra cosa che si pensa di poter imparare ascoltandola mentre si dorme.

Non c'è alcuna prova scientifica che si possa memorizzare qualcosa mentre si dorme, né che si possa incorporare qualche elemento utile nel nostro subconscio, e finché la scienza non farà progressi e non sarà dimostrata una relazione tra il sonno e la memorizzazione, questo è solo un mito senza alcuna base scientifica.

Coloro che affermano che dormire ascoltando i propri appunti registrati li ha aiutati a memorizzarli, mostrano una sorta di effetto placebo, ma non risulta che nessuno abbia imparato una lingua dormendo, elemento che sarebbe decisivo per sostenere questa tesi.

La percentuale di cervello che utilizziamo

Questo mito è talmente forte che, per quanto si sia cercato di confutarlo, continua a essere portato al cinema e in letteratura come una verità scientificamente provata.

Spesso si crede erroneamente che usiamo solo il 10% del nostro cervello e che, se liberassimo tutto il nostro potenziale, potremmo fare cose inimmaginabili. Ebbene, a parte la finzione, gli esseri umani usano il 100% del loro cervello, non in ogni attività che svolgono, ma in tutte le loro attività quotidiane.

Non è che abbiamo solo una parte del cervello in funzione e il resto dorme in attesa di essere sbloccato in futuro.


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