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Studio sulla celiachia - nutrizione celiaca
La celiachia è stata oggetto di continue ricerche in medicina. Sebbene siano stati fatti grandi progressi nella sua comprensione e nel suo trattamento, rimane ancora molto da imparare su questa patologia e sul suo impatto su chi ne soffre. Si tratta di una malattia descritta fin dall'antichità, anche se la sua causa e il suo trattamento non sono stati pienamente compresi.
La prima notizia conosciuta della celiachia proviene da un trattato del medico greco Areteo di Cappadocia, che parla di "koiliakos", persone che soffrono di problemi intestinali, dando origine al termine odierno. Pur non comprendendone la causa, Areteo cercò di curarla con il digiuno e con rimedi naturali per alleviarne i sintomi.
La svolta successiva avvenne alla fine del XIX secolo, grazie al britannico Samuel Gee, che descrisse la malattia come un disturbo cronico legato all'alimentazione dei soggetti colpiti.
All'inizio del XX secolo fu pubblicato il primo libro sull'argomento, in cui il dottor Christian A. Herter notò che i bambini affetti da questa patologia tolleravano meglio i grassi rispetto ai carboidrati.
Nel corso del tempo, il pane cominciò a essere studiato come possibile fattore aggravante della malattia e nacquero diete che ne eliminavano il consumo. Una delle più note era la dieta della banana, anche se in seguito si scoprì che i carboidrati non erano responsabili della condizione.
Negli anni '40 e '50 i medici identificarono la celiachia come correlata al consumo di glutine.
Il dottor Willem-Karel Dicke, pediatra olandese, osservò che durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli alimenti ricchi di glutine erano scarsi, i bambini affetti da celiachia mostravano un netto miglioramento dei sintomi. Dicke propose che la celiachia fosse legata al glutine e i suoi risultati furono confermati da altri ricercatori.
Una svolta cruciale in questa fase fu la diagnosi, quando il dottor JW Paulley notò durante un intervento chirurgico il tipo di danno all'intestino tenue associato alla malattia, portando allo sviluppo di tecniche per la raccolta e l'analisi di campioni intestinali.
Negli anni '60 si scoprì che i pazienti celiaci presentano anticorpi contro la gliadina, una proteina del glutine. Da allora è stato stabilito che la celiachia è una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca il rivestimento dell'intestino tenue quando si consuma glutine.
Negli ultimi decenni sono stati compiuti progressi significativi nella comprensione, nella diagnosi e nel trattamento della celiachia. In precedenza, la diagnosi era complicata dalla variabilità dei sintomi e dalla loro somiglianza con altre patologie gastrointestinali. Oggi, tuttavia, esistono test di rilevamento degli anticorpi utili per la diagnosi, nonché test genetici per confermare la predisposizione alla malattia.
L'endoscopia con biopsia è diventata lo standard per la diagnosi di celiachia, in quanto consente al medico di esaminare il rivestimento dell'intestino tenue e di prelevare campioni di tessuto da analizzare in laboratorio. Se la diagnosi è confermata, il trattamento consiste in una dieta priva di glutine per tutta la vita.
L'eliminazione del glutine dalla dieta può migliorare i sintomi e ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine, come malattie autoimmuni, problemi neurologici e alcuni tipi di cancro.
La ricerca attuale
Con l'aumento delle conoscenze sulla celiachia, sono state sviluppate opzioni dietetiche più ampie e nuove linee di ricerca:
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